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UNA CONVERSAZIONE CON JESSICA VON BREDOW-WERNDL

14.07.2025

Campionessa olimpica di dressage, Jessica von Bredow-Werndl ha trovato in questa disciplina molto più di uno sport: un modo di interpretare il mondo e vivere le relazioni. A caratterizzare il suo approccio, in gara e nella vita, sono sensibilità, consapevolezza ed empatia, ma soprattutto flessibilità, un concetto caro anche a FOPE. In questa conversazione, che segna il suo ingresso tra gli ambassador del brand, abbiamo parlato di sport, ma anche delle qualità umane che l’hanno resa uno dei volti più autentici e apprezzati del dressage contemporaneo.

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Quando è nata la tua passione per i cavalli, e come?

Non c’è stato un momento preciso. Avevo quattro anni la prima volta che ho cavalcato, e l’amore per i cavalli è stato una specie di contagio.

 

La tua è una famiglia di sportivi, e sia tu che tuo fratello siete cavalieri. Come ti sei avvicinata al mondo dello sport e al dressage in particolare?

Lo sport è sempre stato parte delle nostre vite. Del dressage mi è piaciuta la combinazione tra gesto atletico e gesto artistico. Quella connessione unica tra cavaliere e cavallo, e la ricerca dell’armonia, ti portano a voler imparare e migliorare continuamente.

 

Quali lezioni di vita ti ha insegnato lequitazione professionale?

I cavalli sono come uno specchio. Riflettono emozioni, intenzioni, il nostro io più autentico. Grazie a loro ho imparato l’importanza della consapevolezza, dell’essere onesti con se stessi, e a cercare l’armonia interiore. Perché solo quando si è presenti e onesti il rapporto con il proprio cavallo – ma anche con le persone della propria vita – diventa una relazione basata su fiducia e comprensione reciproca. È un costante promemoria a guardare dentro di sé.

Dopo qualche mese ho capito che non era stato solo un sogno. E in quel momento ho provato una profonda gratitudine per Dalera, il mio cavallo, per la mia famiglia e per chi ha creduto in noi.

Hai vinto quattro medaglie doro alle Olimpiadi. Qual è stato il tuo primo pensiero dopo la prima?

Ci è voluto un bel poper realizzare cos’era successo. In fondo è il sogno di una vita che si avvera dopo anni di duro lavoro e di dedizione, e di sostegno incrollabile del team. Dopo qualche mese ho capito che non era stato solo un sogno. E in quel momento ho provato una profonda gratitudine per Dalera, il mio cavallo, per la mia famiglia e per chi ha creduto in noi.

 

Il dressage è spesso descritto come un dialogo tra cavaliere e cavallo. Pensi che il tuo rapporto con i cavalli abbia influenzato il modo in cui ti relazioni con le persone?

Il dressage ti insegna a essere presente, ad ascoltare e a comunicare anche senza parole. Sono qualità fondamentali in qualsiasi relazione, che sia con un cavallo o con una persona. Si tratta di empatia, comprensione e della capacità di costruire un legame basato sul rispetto reciproco.

 

Sei una sportiva e una campionessa olimpica, ma anche una mamma, un’autrice e un’imprenditrice. Come riesci a bilanciare carriera e vita privata?

Ho imparato a darmi delle priorità, a essere presente nel momento e a chiedere aiuto quando serve. La mia famiglia e il mio team mi supportano molto, e questo mi aiuta a restare in equilibrio e a raggiungere i miei obiettivi. Ma ho anche imparato che a volte non si riesce a fare tutto, e va bene così. I miei figli sono di grande ispirazione, mi ricordano cosa conta davvero nella vita. Si tratta di trovare il giusto compromesso tra le mie passioni e le mie responsabilità, anche se a volte trovare l’equilibrio è una bella sfida.

Cosa fai prima di una gara, segui qualche rituale particolare?

Passo un po’ di tempo da sola con il mio cavallo, per connettermi con lui e centrarmi. Uso qualche tecnica di respirazione e medito per trovare il giusto focus prima della gara.

 

Come madre, cosa diresti ai tuoi figli se volessero seguire le tue orme?

Li incoraggerei a seguire le loro passioni, qualsiasi esse siano. Sottolineerei limportanza della dedizione e della perseveranza, ma anche dell’amore per quello che si fa.

 

In un’intervista hai detto che la flessibilità è una delle qualità più importanti nellequitazione. Cosa significa, e come si applica nella tua vita quotidiana?

Flessibilità è sapersi adattare, sia fisicamente che mentalmente. Nell’equitazione, vuol dire rispondere ai bisogni del cavallo, ai cambiamenti dell’ambiente circostante, restare calmi e concentrati. Nella vita vuol dire essere aperti a nuove idee, abbracciare il cambiamento, trovare soluzioni creative alle difficoltà che incontriamo.

Adoro leleganza del brand, la comodità e la flessibilità del loro design. Penso che sia perfetto da indossare tutti i giorni, ma anche per look più ricercati.

Cos’è il lusso per te?

Il tempo. Che mi dà la libertà di fare ciò che amo. Il tempo trascorso in famiglia, il tempo che passo con i miei cavalli – questo è il vero lusso.

 

Cosa c’è nel tuo portagioie?

Tante cose diverse. Pezzi a cui sono legata, alcuni classici, qualche gioiello importante per le occasioni speciali. La mia fede nuziale e alcuni gioielli Flex’it di FOPE.

 

A proposito di FOPE: cosa ti piace di questi gioielli?

Adoro leleganza del brand, la comodità e la flessibilità del loro design. Penso che sia perfetto da indossare tutti i giorni, ma anche per look più ricercati.

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